LO PSICOYOGA - Chiara Gambino | Psicoterapeuta, Mediatrice Familiare

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LO PSICOYOGA
Di Chiara Gambino, Psicologa, Psicoterapeuta, Istruttrice di Yoga

Lo PsicoYoga è un metodo innovativo che nasce dalla necessità di traslare termini stranieri provenienti dall’antica scienza vedica orientale, che studia i processi psichici dell’essere umano, sia consci che inconsci, in un linguaggio e in concetti maggiormente comprensibili al mondo occidentale, con lo scopo di unire ed integrare i concetti del sistema psicologico con le antiche conoscenze yogiche. Tra lo yoga e la psicologia vi sono di fatto innumerevoli parallelismi, entrambe le scienze studiano il comportamento umano e le caratteristiche che transitano attraverso la mente, a livello cognitivo, emotivo ed affettivo, entrambe fanno ricorso a metodologie e tecniche per il controllo del pensiero, per la regolazione degli stati interni e per riportare benessere nell’individuo in relazione con se stesso e con la sua comunità di appartenenza. Tale concetto di benessere nella sua totalità a livello fisico, psicologico e sociale, risponde al concetto di salute proposto dall’ O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), che considerando ogni individuo come un essere che nasce e si sviluppa come unità bio-psico-sociale, rimodula l’intervento sanitario su di una nuova prospettiva basata sulla costante promozione del miglioramento dello stato di salute della persona. Il metodo dello psico-yoga si basa dunque su di una combinazione integrata tra yoga e psicologia, utilizzando il movimento del corpo (asanas) in unione con la concentrazione mentale (pranayama, meditazione) e la parola (analisi razionale e ascolto emotivo).
Tale approccio consente di aprire un dialogo tra corpo, mente ed emozioni, facilitando nel praticante un contatto più profondo e consapevole con se stesso, portando alla coscienza le differenze tra il vero Sé e la rappresentazione illusoria del Sè, tra ciò che realmente si realizza e ciò che si è convinti di fare. Lo psicoyoga può esssere insegnato da professionisti che abbiano comprovate competenze sia nel campo dell’insegnamento dello yoga, che nel campo psicologico, solo così può divenire uno strumento efficace per facilitare nel praticante la crescita interiore, la consapevolezza dei propri schemi di personalità e la corretta gestione delle emozioni, come rabbia, paura, tristezza, senso di colpa, invidia.
L’esclusiva comprensione dei propri schemi cognitivi e del proprio funzionamento psichico che si acquisiscono attraverso percorsi terapeutici, a volte non è sufficiente per generare un cambiamento positivo nell’individuo. Ogni rappresentazione che l’individuo ha di se stesso, si forma sempre attraverso delle esperienze concrete nel corso della propria vita, esperienze che hanno un correlato a livello cognitivo ed emotivo. Il corpo è il teatro di tutte le esperienze e le credenze che si sono depositate dentro di sé. Il corpo accusa sempre i colpi della vita e nel corpo rimane sempre impresso il segno di una verità, di qualcosa di antico ed autentico che ci appartiene, qualcosa che possiamo ritornare a toccare, per sanare disagi, stati negativi o questioni sospese e irrisolte.
Poter dunque aiutare le persone a sperimentare nuove esperienze corporee attraverso la pratica dello psico yoga, permette di modificare e creare nuovi schemi positivi e maggiormente adattivi. Lo psicoyoga aiuta dunque a far agire il proprio organismo, mettendolo in contatto con i propri limiti e potenzialità, facendo emergere antiche immagini negative di sé che attraverso il corpo potranno essere sperimentate nuovamente e ritrascritte con idee più benevole. Tale strumento permette dunque di avviare un simultaneo processo di elaborazione a livello sia psichico che corporeo dell'emozione e dello schema cognitivo, significa dare l’opportunità al praticante di poter prendere coscienza di un'emozione, di pensarla, di esprimerla, di accoglierla e di trasformarla attraverso il corpo ed il respiro. Alcune asanas in particolare permettono di rivivere sulla propria pelle alcune vulnerabilità che riportano ad un idea di sé in termini di inefficacia personale, di debolezza, di fragilità. Attraverso però una pratica yogica costante accompagnata da un ascolto empatico e da una guida alla ritrascrizione di quei contenuti intrapsichici, diviene possibile per il praticante riconquistare il controllo del proprio corpo e della propria mente, ritrovare uno stato di rilassamento in contatto con sensazioni di benessere e leggerezza, oltre ad una rinnovata calma e serenità nell’affrontare gli ostacoli della vita

Come psicoterapeuta e istruttrice di yoga propongo percorsi di psicoyoga che nello specifico possano aiutare le persone a recuperare e rinforzare l’autostima, a mitigare i livelli d’ansia, a liberarsi dal bisogno di conferme, dalla paura del rifiuto o del fallimento. Ho potuto inoltre inserire sezioni di psicoyoga anche all’interno dei laboratori “Mai più indifesa” rivolti alle donne in integrazione all’apprendimento di tecniche marziali di difesa personale, condotti insieme al collega Giampaolo Salvatore, Psichiatra, Psicoterapeuta e Istruttore di arti Marziali.
Alcune asanas che hanno dato grande riscontro positivo sono state ad esempio Tadasana (la montagna) e i Virabadhrasana 1 e 2 (il guerriero).
Nella posizione della montagna ad esempio si può immaginare di essere stabile, ferma e inamovibile come una montagna. In questa dimensione di raccoglimento al centro di sé stesse, si inizia a percepire un senso di sicurezza attraverso cui è possibile osservare ogni questione e situazione da un’altra prospettiva, come se ci si trovasse sulla cima di una montagna. Una volta aperti gli occhi sarà poi possibile provare a trasferire le sensazioni percepite in Tadasana nella vita di tutti i giorni sentendosi sempre più forti come una montagna.
Anche la posizione del guerriero (virabhadrasana) si rivela molto efficace nella trascrizione dell’immagine di sé. Questa posizione simboleggia infatti la lotta interiore che ogni essere umano porta avanti per superare i propri limiti, le proprie vulnerabilità, paure, desideri, aspettative e attaccamenti. Poter dunque conoscere e sperimentare tale asana consente di entrare a contatto con il potere di una trasformazione profonda a livello fisico, mentale ed emozionale, ritrovando armonia ed equilibrio, necessari alla propria crescita personale e all’acquisizione di una consapevolezza spirituale andando oltre i “veli dell’ignoranza” (Paramahansa Yogananda). Questo combattimento interno è necessario per giungere a scoprire la vera natura del proprio sé e per conquistare la piena padronanza del sé e restituire coraggio, vitalità e disponibilità ad aprirsi a emozioni positive.
Il guerriero sia 1 che 2 consentono di assumere una postura fiera, combattiva, sicura e risoluta. Lo sperimentare queste asanas contribuisce a stimolare alcune sezioni del corpo nello specifico quelle tra l’ombelico e lo sterno, stimolando un miglior funzionamento degli organi addominali: stomaco, intestino, fegato, cistifellea, pancreas, reni, il cui corretto funzionamento è spesso messo a dura prova a causa dello della vita odierna impregnata di stress e di continue corse frenetiche.
Ciò si verifica soprattutto per le donne che si trovano a dover conciliare molteplici ruoli e responsabilità, con un conseguente carico di stress, accompagnato a volte da impotenza e frustrazione, che si riverberano il più delle volte su questi organi, che nella medicina psicosomatica sono collegati all’azione, al potere personale, al coraggio, alla forza di volontà ed al desiderio. Queste asana contribuiscono dunque a riconquistare quel potere personale che involontariamente come nelle storie narrate, è stato ceduto a qualcun altro (genitore, insegnante, familiari, partner, capo, ecc). Quando questo potere che ontologicamente è nella natura di ognuno di noi, si cede all’esterno, in automatico ci si indebolisce da un punto di vista sia fisico, che psichico ed energetico. Le proprie responsabilità si affidano nelle mani altrui ed in automatico si entra nel ruolo di vittima, che porta sempre con sé sofferenza e problemi.
Le asana sopra descritte coinvolgono anche la parte inferiore dell’addome, interessando l’apparato riproduttivo, che da un punto di vista psicosomatico è correlato all’emotività, alla gioia di vivere, alla creatività, alla sessualità, al piacere sessuale ed emotivo, spesso coartato in relazioni affettive disfunzionali. Un ‘altra sezione coinvolta è il plesso pelvico nella parte finale della spina dorsale nel perineo, tra ano e genitali che rappresentano quella parte del corpo più vicina alla terra. Queste parti del corpo sono strettamente connesse ai nostri arti inferiori, che ci consentono di stare a contatto con la terra, di camminare e di tendere verso l’alto. Il lavoro attraverso queste asana dona dunque stabilità, forza, potere, senso di appartenenza ed equilibrio.
Con il tempo la praticante imparerà a mantenere più a lungo queste posizioni, bilanciando sforzo e rilassamento e calmando il respiro. Questo genera sul piano fisico un senso di crescente vigore e benessere per l’azione di tonificazione muscolare prodotta dalla postura, e sul piano psicologico una sensazione di efficacia e di padronanza sulla percezione della fatica. Più specificamente, la praticante sperimenta con il tempo che la fatica deriva in larga misura da tensioni muscolari superflue generate a loro volta da tensioni psicologiche di diversa natura, per esempio la convinzione che l’esercizio non sia alla propria portata e il timore di fallire. Con un po’ di pratica, si riesce a portare l’attenzione su queste tensioni e a rilassarle grazie alla respirazione.
Questa prima fase di esercizi si può concludere con un rilassamento profondo nella posizione del cadavere (savasana) in cui il corpo è completamente disteso sulla schiena e abbandonato a terra, gli occhi sono chiusi e i palmi delle mani sono rivolti verso l’alto, il mento è ritratto e la nuca distesa. In questa fase è importante imparare ad ascoltare il proprio respiro, le sensazioni corporee scaturite dall’attività fin’ora sostenuta ed a rilassare tutti i muscoli del corpo, lasciando andare tutte le tensioni e qualunque pensiero.


 
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